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INTERVISTA DI GIULIO FOIANI
Francesco Pauselli, giovane centauro umbertidese in sella alla Beta RR 125cc, è una delle giovani stelle nascenti del fuoristrada su due ruote. Nella stagione 2024 ha chiuso al secondo posto nella classe AX 125 del campionato italiano di Motorally e ventunesimo su trecento in classifica assoluta. Ma la ciliegina sulla torta è il primato nel Trofeo Beta, davanti a oltre trenta piloti.
Con la stagione 2025 alle porte, il diciottenne non vede l’ora di tornare a competere, ma stavolta per conquistare il titolo di campione, sfuggito di un soffio pochi mesi fa.
Com’è nata la tua passione per le due ruote da fuoristrada?
“Ho iniziato a gareggiare in moto perché i miei genitori mi regalarono un KTM 65cc quando avevo sei anni, passando poi a cilindrate maggiori con un’Husqvarna 85cc e poi 125cc, fino all’attuale Beta RR 125cc, di cui ne ho avute tre. Anche se dai diciotto anni in su puoi guidare quello che vuoi, al momento mi trovo bene nella classe ottavo di litro: quella alle porte sarà la quarta stagione.”
Qual è stato il percorso che ti ha portato al raggiungimento di risultati brillanti?
“Fabio, mio padre, ha per primo organizzato la partecipazione alle gare del campionato regionale nel 2018, nel quale ho corso tutti gli anni fino a quando sono entrato nell’italiano. Nel 2021 ho preso parte alla mia prima sfida del campionato di Enduro italiano, con al via circa trecento moto, da 125cc a 1000cc. Nel 2023 è arrivata una svolta inattesa, quando ho partecipato quasi per gioco alla gara nazionale di Motorally a Umbertide, organizzato dal motoclub locale. In realtà quel tentativo si è rivelato illuminante e proficuo per il mio futuro sportivo.”
Abbiamo parlato di Enduro e Motorally: che differenze ci sono tra le due specialità?
“In entrambe le discipline si corre con moto simili, ma nel Motorally, a differenza dell’Enduro, non ci sono segnali, fettucce o indicazioni lungo il percorso, che rimane segreto fino al momento dello start. Ogni partecipante ha un dispositivo agganciato al manubrio detto “roadbook”, contente stringate indicazioni testuali e iconografiche per trovare il tracciato giusto. Inoltre, è una sfida a tempo cronometrato, con eventuali penalità e controlli orari nei tratti dove si transita su strada pubblica. In mezzo al bosco anche venti metri possono fare la differenza tra una svolta giusta e un vicolo cieco, che ti fa perdere tempo e quindi posizioni.”
Quali sono gli aspetti che trovi più complessi nell’affrontare una gara?
“Soprattutto in occasione delle prime gare è facile perdersi. Coordinare la guida veloce e impegnativa del fuoristrada nel bosco con l’interpretazione delle indicazioni non è una passeggiata. Lo scoglio da superare è andare forte e contemporaneamente leggere il percorso: la chiave per vincere nei Motorally è coniugare le due azioni e farlo nel minor tempo possibile.”
Come hai trovato il team con cui gareggi?
“Quando sono entrato in contatto con il Beta Dirt Racing, il team seguiva già un ragazzo di Umbertide. Ho conosciuto i membri della squadra in occasione della gara del 2023 svoltasi nel nostro territorio. C’è un team di meccanici che si occupa della manutenzione della moto. Durante la prima gara del campionato 2024 mi sono ritirato per degli imprevisti, ma mi sono detto “Voglio ottenere il massimo!” e così è stato. Ho ricevuto consigli preziosi e supporto mentale da parte del team.
Parlando della stagione passata, quale risultato hai raggiunto?
“Nel 2024 ho corso il campionato di Motorally arrivando secondo nella categoria AX 125 (quella dove gareggiano tutte le 125 di qualsiasi marchio) e primo al Trofeo Beta con una 125cc, ottenendo quattro ori totali nella terza, quarta, settima e ottava prova. Il Trofeo Beta si inserisce nel contesto del Campionato Italiano ed è organizzato dall’omonima casa costruttrice. Al suo interno vi si sfidano tutti i piloti in sella ad una Beta, di qualsiasi cilindrata. È stato un bel risultato imporsi con una piccola ottavo di litro e non me lo aspettavo.”
Come ti prepari alle gare?
“Seguo un allenamento in palestra tre o quattro volte a settimana. Salgo in sella la domenica e, quando ho tempo, anche durante la settimana. Per strada guido solo per raggiungere i percorsi.”
La tua Beta ha una preparazione speciale?
“La moto, rispetto a quella di serie, ha le sospensioni tarate in modo specifico e il dispositivo per il roadbook. Tutto il resto è identico a quelle che vendono in concessionaria.”
Quanto dura una gara?
“Molto! Quella in Sardegna si protrae per due o tre giorni a seconda del percorso che stabiliscono gli organizzatori. Si corre in tutta Italia, ma prevalentemente in Toscana, Abruzzo, Umbria e Liguria. In media si coprono trecento chilometri a giornata, con partenza alle 8 e rientro alle 17.”
Come si articola il campionato italiano?
“La stagione inizia a marzo e finisce a ottobre. Come detto prima, siamo circa trecento e l’età dei più competitivi va dai diciotto ai trenta anni.”
C’è una tecnica particolare o un insieme di comportamenti da tenere per spingere al massimo la moto in condizioni estreme?
“A questo livello tutti guidano in modo simile: ogni cilindrata ha i suoi modi di gestire la potenza. A me piace guidare sul terreno veloce e asciutto, con pochi sassi, ma con il tempo ho cercato di allenarmi in superfici e condizioni diverse. Nel 2025 correrò ancora con la 125cc, ma per il 2026 vorrei salire di categoria. L’obiettivo è vincere l’assoluta, dove sono arrivato ventunesimo su circa trecento.”
Oltre alla gara, quali aspetti dell’esperienza ti hanno segnato?
“Amo l’ambiente del paddock e la preparazione del furgone con tutto l’occorrente. Poi ci sono anche aneddoti che vanno oltre la competizione. In Sardegna ho rischiato di perdere la ruota posteriore perché ho perso il perno. Con l’aiuto di altri due concorrenti, che si sono fermati in soccorso, abbiamo fissato il cerchione col filo di ferro, riuscendo a raggiungere il benzinaio. Lì ho trovato un altro pilota della Beta che si era fatto male alla spalla e che non era nelle condizioni di proseguire. Mi ha prontamente prestato la sua ruota posteriore e, rimontando il perno, sono riuscito a ripartire. In mezzo al bosco, di fatto, sei da solo, ma tra piloti ci si aiuta perché siamo tutti nella stessa situazione.”
Ti piace l’idea di prendere parte a competizioni anche fuori dal nostro Paese?
“Certo, vorrei correre nel deserto in appuntamenti come i raid di Tunisia e Marocco, che sono la porta di accesso alla Dakar, la famosa gara a cui accedono solo i migliori cento piloti del mondo.”
Come fai a conciliare l’impegno scolastico e quello agonistico?
“La priorità viene data alla scuola perché l’istruzione è fondamentale. Quando mi alleno in palestra riesco a gestire meglio il tempo, ma quando vado in moto devo riuscire a incastrare tutto. Volere è potere.”
Quali sono gli obiettivi e le aspettative per il 2025?
“Intanto ringrazio i miei genitori, il team che mi ha fatto avere la moto sempre perfetta, Gava.rd che ha preparato le sospensioni, il Moto Club Fratta Off Road e il DVM Junior Team. Per la stagione alle porte mi sono prefissato la vittoria di classe. Ma ho anche un altro importante e impegnativo traguardo da raggiungere: la maturità del liceo scientifico a giugno. L’appuntamento con la prima gara è a Riotorto, in provincia di Livorno, il 12 e 13 aprile.”
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