Parlavamo i giorni scorsi deli tanti dolorosi ricordi del bombardamento di Borgo San Giovanni del 25 aprile di ottanta anni fa, oggi sabato 27 aprile, Alessandro Minestrini ci ha gentilmente portato a conoscenza di un'altra triste testimonianza di quelle drammatiche ore, attraverso un ricordo, scritto di suo pugno dalla signora Lorenzina Caseti Barbagianni che ringraziamo e abbracciamo forte.
“Abitavo con i miei genitori a Montone – racconta la signora Lorenzina - un piccolo paese dell’Alta Valtiberina noto tra l’altro per aver dato i natali al capitano di ventura Braccio Fortebraccio. Era una bella mattinata di sole e mi recavo a scuola dove frequentavo la terza elementare. Intorno alle 10 le insegnanti ci fecero uscire dalle aule molto precipitosamente e ci accompagnarono in un piazzale dal quale si vedeva bene la sottostante cittadina di Umbertide, distante 8 km, adagiata ai piedi di Monte Acuto”.
“Da quella posizione – ricorda ancora - vedevamo chiaramente i cacciabombardieri alleati che sganciavano bombe su Umbertide, con l’obiettivo di colpire il ponte sul Tevere e rendere difficoltose le vie di comunicazione dei tedeschi. Il bersaglio non fu centrato ma diversi ordigni colpirono l’adiacente centro storico con una ingente perdita di vite. Il raid fu ripetuto il pomeriggio e questa volta il ponte fu distrutto”.
“Mio padre Ottavio – prosegue - che si trovava a Umbertide, pur essendo un reduce della Prima guerra mondiale, rimase incolume ma fortemente traumatizzato. Da quel giorno non si è più ripreso e il suo grande cuore cessò di battere il 17 giugno 1944 e io, all’età di 8 anni, rimasi orfana di padre”.
(nella foto, la composizione realizzata dai ragazzi di Lucignolo con le schegge della "Bomba intelligente" recuperata e fatta brillare nel 2005)
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